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FAMIGLIA DEL MURIALDO

Le relazioni si coltivano anche attraverso la comunicazione. Questo spazio vuole essere una voce amica dove manifestare i nostrI pensieri, raccontare i progetti e comunicare le attività e le ultime novità. Un luogo di informazione che, ci auguriamo, diventerà presto una buona abitudine di lettura.

"STRAORDINARIO NELL' ORDINARIO"

LETTERA DEL PADRE GENERALE AI CONFRATELLI GIUSEPPINI “Straordinario nell’ordinario” 125 anni dalla morte di San Leonardo Murialdo 30 marzo 1900 – 30 marzo 2025 Cari fratelli tutti, Il 30 marzo 2025 è un giorno speciale per la nostra famiglia perché coincide con i 125 anni dalla morte del nostro fondatore San Leonardo Murialdo. E’ un giorno da ricordare e celebrare in tutte le nostre comunità religiose e laicali. In questa occasione voglio ritornare su quello che ha detto il Papa San Paolo VI nel giorno della canonizzazione del Murialdo, avvenuta il 3 maggio 1970, definendolo “straordinario nell’ordinario”. In che cosa consiste la sua straordinarietà e come ha vissuto la sua vita nell’ordinarietà? Il centro di tutta la sua esistenza è stato l’amore di Dio. Il testo più significativo per cogliere la ricerca della santità nel Murialdo, espressa nella relazione di amore con Dio, è il brano del suo Testamento: “Dio mi ama. È vero! Dio mi ama. Che gioia! Che consolazione! Egli mi ama di un amore così grande, così perfetto che è uguale a lui, infinito, eterno, perché in Dio non c’è nulla di ineguale. Non c’è il più o il meno; tutto ciò che c’è in Dio è Dio: grande, immenso, eterno, infinito come Dio. Dio mi ama, dunque, d’un amore infinito (Test., pp. 167, 169). Fronte all’immensità dell’amore di Dio, Murialdo si sente piccolo, incapace di rispondere a questo infinito amore del Signore. E’ straordinario nell’ordinario nella vita di preghiera. Scrive don Eugenio Reffo sul Murialdo, uomo di preghiera: “fu uomo d'azione e di preghiera, e più ancora di preghiera che di azione... Nei trentaquattro anni, nei quali convisse con noi, egli si dimostrò subito da principio, e poi ogni volta più, uomo di preghiera: non tralasciava per pregare il compimento degli altri doveri, ma l’opera sua accompagnava e santificava con la preghiera, pregando di notte, quando non lo poteva fare di giorno, sacrificando il proprio riposo al bisogno di pregare” (Reffo, Vita, pp. 256-257). Credo che essere figli del Murialdo significhi imitarlo nella sua vita ricca di attività e di preoccupazioni per i giovani poveri del suo tempo, eppure ricca di preghiera. Questo dice quanto fosse grande e profondo l’amore del Murialdo per il Signore che lo sosteneva nella missione. E’ straordinario nell’ordinario nell’educazione dei giovani. Lo stupore e la meraviglia del Murialdo per un Dio che ha continuato ad amarlo, lo porta all’ammirazione per il medesimo amore che Dio riversa sui giovani poveri. Dedicò tutta la sua vita all’educazione religiosa, umana e professionale dei giovani. E’ da far notare che tra tutta la gioventù, egli scelse quella della periferia. Nel 1869 il Murialdo così si esprimeva: “Poveri e abbandonati: ecco i due requisiti che costituiscono un giovane come uno dei nostri e quanto più povero e abbandonato, tanto più è dei nostri” (Scritti, V, p. 6). Dio ci parla nei giovani, specialmente poveri e abbandonati; essi sono per noi un luogo teologico; attraverso di loro Egli ci interpella per aprire nuovi cammini di speranza. Murialdo fu straordinario nell’ordinarietà della vita perché è stato attento alle relazioni umane con tutti, con i confratelli, i laici, i collaboratori e i giovani. In tutti i settori in cui Murialdo si è impegnato, dimostrava quanto fosse naturale per lui riconoscere, suscitare e valorizzare i laici nella Chiesa. Così un giorno egli rivolgeva la parola ai maestri assistenti del Collegio Artigianelli: “Facciamo da parte nostra tutto come se tutto dipendesse da noi; è Dio che fa il bene, ma esige come condizione che noi lavoriamo, seminiamo, facciamo quanto possiamo; e poi preghiamo, preghiamo” (Scritti, V, p. 65). Il XXIV CG riconosce come una grande ricchezza che la responsabilità della nostra missione educativa risieda nella Famiglia del Murialdo. Per concludere, voglio ricordare quello che il Papa Paolo VI ha detto di lui nel giorno della canonizzazione: “Non solo è vivo e glorioso in cielo, ma è anche nostro compagno e modello nel pellegrinaggio sulla terra e nel tempo”. Il giubileo che stiamo vivendo ci invita a essere “Pellegrini di Speranza”, il che implica un viaggio sia spirituale che apostolico, e per noi giuseppini e per tutta la Famiglia del Murialdo significa camminare verso una maggiore consapevolezza della presenza di Dio che è amore nella vita quotidiana e un impegno a vivere secondo il carisma ricevuto dal Murialdo, preghiamo che per sua intercessione, anche noi possiamo metterci nel cammino della santità. Auguro a tutti una buona celebrazione dei 125 anni della nascita in cielo del Murialdo. Con affetto e cordialità. Roma, 28 marzo 2025 P. Nadir Poletto, csj


30 Marzo 2025

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FESTA DI SAN GIUSEPPE A VICENZA

Un cortile tutto per noi… Una giornata veramente speciale… Credo che, per il Patronato Leone XIII di Vicenza, quella di mercoledì 19 Marzo 2025 sia stata una di quelle mattinate da segnare sul calendario. Anche i più anziani tra noi non ricordavano una giornata in cui il cortile del patronato non fosse solo un parcheggio per le tante automobili di chi opera al suo interno, ma potesse essere uno spazio tutto disponibile per i ragazzi della scuola primaria e i giovani della SFP per sfidarsi e divertirsi nei giochi più diversi… E invece così’ è stato…. Sin dalle prime ore della mattinata i più piccoli si sono sfidati giocando a Roverino, palla avvelenata, calcio da seduti…, correndo su è giù per il cortile e riempiendolo dei colori e delle urla tipiche dei bambini fino a metà mattina quando sono scesi i giovani della scuola professionale, che nel frattempo avevano vissuto le prime ore a scuola…. E lì, tutti insieme, in un grande cerchio abbiamo ricordato come s. Leonardo proprio in quel giorno, 152 anni prima aveva dato vita alla Congregazione di S. Giuseppe, per prendersi cura dei ragazzi e dei giovani più bisognosi. E poi ricordando proprio la figura di S. Giuseppe, uomo mite, capace di accogliere e fare spazio, abbiamo insieme invocato il dono della pace per il mondo intero formando insieme la parola pace sul nostro grande cortile… E poi via a fare una buona merenda fatta di brioche e pane e nutella…. E mentre i piccoli tornavano in classe i più grandi si sono sfidati al tiro alla fune, a scacchi, a calcio balilla e a tanti altri giochi… Insomma una mattinata in cui il Patronato, più di altre volte, è stato luogo in cui GIOCARE, IMPARARE E PREGARE… Che meraviglia!!! Credo che S. Giuseppe e il Murialdo dal cielo si siano veramente divertiti e abbiano fatto il tifo per questa iniziativa. Ma la festa poi è continuata domenica 23 marzo, in cui abbiamo celebrato la S. Messa assieme a tutti gli amici del Patronato, con i bambini e le famiglie della Primaria, ricordando S. Giuseppe e facendo festa a tutti i papà. Che dire? Non ci resta che ripetere l’esperienza perché i ragazzi possano sempre sentire e vivere il Patronato come casa loro e poter trovare spazi per Giocare, Imparare e Pregare.


20 Marzo 2025

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Il primo di 36 grandi eventi...

Il primo dei 36 grandi eventi previsti per l’Anno Santo si terrà dal 24 al 26 gennaio: il Giubileo del mondo della comunicazione. Un appuntamento che vedrà radunati a Roma giornalisti, operatori dei media, dirigenti e direttori di testata, videomaker, grafici, copywriter, pr, social media manager, tecnici audio e video, tipografi, informatici… L’evento, che vedrà il momento culminante nella mattina di sabato 25 con il pellegrinaggio alla Porta Santa della basilica di San Pietro, si aprirà alle 17.30 di venerdì 24 con un momento di accoglienza dei pellegrini da parte della diocesi di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano: una veglia penitenziale guidata da padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi, e poi la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario Baldo Reina, in occasione della festa di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. La giornata di sabato inizierà alle 7.30 con il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro, seguito da un coffee break di benvenuto nell’atrio dell’Aula Paolo VI. A seguire, si terrà l’incontro culturale “In dialogo con Maria Ressa e Colum McCann”. Mario Calabresi, già direttore di importanti quotidiani, modererà il confronto con la giornalista filippina, Premio Nobel per la Pace nel 2021, e lo scrittore irlandese, autore, tra gli altri romanzi, di Apeirogon. La sessione continuerà con una performance musicale del maestro Uto Ughi. Alle 12.30 l’udienza, sempre in Aula Paolo VI, con Papa Francesco. Nel pomeriggio del sabato i partecipanti all’evento giubilare prenderanno parte a una serie di eventi culturali e spirituali, in vari luoghi di Roma e in diverse lingue, dal titolo “Dialoghi con la città”. Nel Palazzo Lateranense, ad esempio, alle 15.30, per iniziativa della diocesi di Roma è in programma l’incontro “Il giornalismo come missione” con Leonard Ray Teel, professore emerito di Comunicazione. Domenica 25 gennaio alle 9.30 la Santa Messa della "Domenica della Parola di Dio" presieduta dal Santo Padre nella Basilica di San Pietro.


23 Gennaio 2025

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Ricordando suor Emilia (Murialdina)

   Emilia Zandarin è nata a Campodarsego (Padova) il 21 settembre 1935 da papà Antonio e mamma Ghion Genoveffa. Ha un fratello e quattro sorelle di cui una, Agostina, è consacrata al Signore nella congregazione delle Agostiniane.  Cresciuta in una famiglia di profondi valori cristiani all’età di trent’anni entra nella congregazione delle Suore Murialdine per il periodo di formazione a San Giuseppe Vesuviano. Fa la prima professione religiosa il 12 settembre 1967 e la professione perpetua nel 1972.  Ha lavorato come cuoca e guardarobiera in diverse comunità: a Montecchio tre anni, a Mirano (Venezia) cinque anni, a Rivoli (Torino) dieci anni, un anno a Roma via degli Etruschi e da settembre 1988 fino a giugno 2022, per 34 anni consecutivi, è stata a San Giuseppe Vesuviano dove, oltre i lavori domestici, si è dedicata alla catechesi dei bambini in preparazione alla prima comunione e, come ministro della comunione, aveva una delicata attenzione agli ammalati visitandoli in famiglia. Nel mese di maggio partecipava con entusiasmo alla recita del rosario nelle case.  Con la chiusura della comunità di San Giuseppe Vesuviano, suor Emilia è stata trasferita a Bassano del Grappa (Casa Gerosa RSA delle Suore di Maria Bambina) dove ha vissuto gli ultimi anni della vita consumando lentamente le sue forze fino alla morte che è avvenuta il mattino del 5 gennaio 2025 a 89 anni di età.  Di carattere sereno e cordiale la ricordiamo come consorella umile e servizievole. La gente l’ha stimata come persona generosa, semplice, attenta agli altri, soprattutto ai malati.  Carissima suor Emilia, grazie per la testimonianza di vita nell’umile servizio ai Giuseppini del Murialdo e alle tue consorelle. E ora dal Cielo, prega per noi e per coloro che sulla terra hai tanto amato. Riposa in pace.  Suor Orsola 


06 Gennaio 2025

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Giornata mondiale del Volontariato a Roman-(Romania)

Giovedì 5 Dicembre  la nostra comunità di Roman ha celebrato, come da tradizione, la giornata mondiale del Volontariato. Più di 120 giovani liceali di Roman e dintorni hanno preso parte con interesse alla Tavola Rotonda  organizzata dalla nostra comunità in collaborazione con le quattro parrocchie della città ed il Centro Diocesano Caritas di Iasi. Tre relatori professionisti nel campo sociale e pedagogico hanno suscitato l’interesse e l’attenzione dei partecipanti provocandoli positivamente e rispondendo alle loro domande. Il tema prescelto: Bullismo nelle scuole e nella società giovanile e la prevenzione dei reati giovanili con l’accompagnamento alternativo al carcere minorile. Sull’esempio del Murialdo ed il suo metodo pedagogico preventivo si è voluto   proporre ai giovani di oggi, segnati da esperienze negative di bullismo e teppismo, un modo nuovo di fare volontariato  con l’impegno di essere accanto ai loro coetanei più fragili e indifesi. “Volontario dovunque ti troverai.” A conclusione dell’incontro è stato offerto ad ogni partecipante uno zainetto, simbolo del bagaglio di valori con il quale il giovane volontario si presenta agli altri, ma nello stesso tempo un bagaglio nel quale si può aggiungere sempre qualcosa di nuovo perché in essenza il Volontariato è una  forma , un modo di donazione continua. Giovedì 5 Dicembre  la nostra comunità di Roman ha celebrato, come da tradizione, la giornata mondiale del Volontariato. Più di 120 giovani liceali di Roman e dintorni hanno preso parte con interesse alla Tavola Rotonda  organizzata dalla nostra comunità in collaborazione con le quattro parrocchie della città ed il Centro Diocesano Caritas di Iasi. Tre relatori professionisti nel campo sociale e pedagogico hanno suscitato l’interesse e l’attenzione dei partecipanti provocandoli positivamente e rispondendo alle loro domande. Il tema prescelto: Bullismo nelle scuole e nella società giovanile e la prevenzione dei reati giovanili con l’accompagnamento alternativo al carcere minorile. Sull’esempio del Murialdo ed il suo metodo pedagogico preventivo si è voluto   proporre ai giovani di oggi, segnati da esperienze negative di bullismo e teppismo, un modo nuovo di fare volontariato  con l’impegno di essere accanto ai loro coetanei più fragili e indifesi. “Volontario dovunque ti troverai.” A conclusione dell’incontro è stato offerto ad ogni partecipante uno zainetto, simbolo del bagaglio di valori con il quale il giovane volontario si presenta agli altri, ma nello stesso tempo un bagaglio nel quale si può aggiungere sempre qualcosa di nuovo perché in essenza il Volontariato è una  forma , un modo di donazione continua.


10 Dicembre 2024

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Camminare insieme per essere fedeli.

P. NADIR POLETTO, superiore generale scrive... ...Siamo chiamati a domandarci come noi, "discepoli e missionari" di Cristo e membri della Famiglia del Murialdo, nella Chiesa, possiamo convertirci per essere più sinodali, cioè per camminare con il Signore e con tutti i fratelli e le sorelle della Famiglia del Murialdo, per divenire sempre più appassionati del carisma del fondatore, San Leonardo Murialdo, nella testimonianza dell'amore di Dio ai giovani poveri.  Siamo chiamati a elaborare modi nuovi di presenza e di testimonianza, facendo leva sulle innumerevoli esperienze belle e positive realizzate con i giovani in diverse parti del mondo. Sappiamo che lo Spirito Santo continua a lavorare in profondità: la sua presenza ci riempie di fiducia e di speranza. Occorre impegnarsi ad essere una Congregazione che ascolta, che accoglie, che mette al centro le relazioni, che sa condividere e dialogare, che è prossima alle persone, particolarmente ai poveri.  La Congregazione, e con lei tutta la Famiglia del Murialdo, è chiamata a ripensare sè stessa, diventando sempre più casa aperta, disponibile, accogliente, una famiglia che ascolta, perché in essa ci si ascolta reciprocamente.  Nel documento conclusivo della prima Sessione del Sinodo sulla Sinodalità, "Una Chiesa sinodale in missione", viene messo in evidenza il tema della missione. Essa è determinante per la vita della Congregazione, la quale esiste per la missione, esiste per il servizio ai giovani poveri e non per sè stessa. I giovani e tra questi i poveri, devono essere i protagonisti del cammino sinodale della congregazione perché chiedono amore. Per amore s'intende rispetto, accoglienza e riconoscimento, senza i quali fornire solo servizi sociali rappresenta una forma di assistenza certamente importante, ma che non si fa pienamente carico della dignità della persona.  E questa opzione per gli ultimi è implicita nella fede cristiana: Gesù, povero e umile, ha fatto amicizia con i poveri, ha camminato con i poveri, ha condiviso la tavola con i poveri e ha denunciato la cause della povertà. "Dio concede a loro per primi la sua misericordia" (San Giovanni Pao-lo II). Questa preferenza porta conseguenze nella vita di ogni cristiano chiamato a nutrire gli "stessi sentimenti di Cristo Gesù".  Esprimo dunque l'augurio di poter vivere questa dimensione carismatica e missionaria con tutti voi, perché essa riguarda tutti e tutti devono coinvolgersi, pur secondo modalità diverse 


29 Novembre 2024

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