Padre Gerolamo Zanconato
17 Settembre 1924 / 09 Dicembre 2017
“Vieni, Signore, fa risplendere il tuo volto su di noi e saremo salvi”
(dalla Liturgia di oggi)
P. GEROLAMO ZANCONATO
E’ TORNATO NELLA CASA DEL PADRE
Cari confratelli,
è arrivata oggi da Mendoza la notizia della morte del P. Gerolamo Zanconato, che fu superiore generale della nostra famiglia religiosa dal 1976 al 1982.
Questo il comunicato immediato, in wharsapp, del P. José Luis Di Paolo, provinciale di Argentina-Cile: “Lamento comunicarte fallecimiento P. Jeronimo Zanconato (paro cardiorespiratorio), a media mañana de hoy. Mañana, 9 horas, misa exequial. Luego sepelio en el Parque Descanso, Guaymallén, Mendoza”.
Da qualche tempo le sue condizioni di salute si erano fatte precarie a causa dell’età avanzata. I confratelli della comunità gli sono stati vicini e lo hanno assistito con tanto affetto e venerazione fino all’ultimo momento della sua vita, al quale era presente anche la sua nipote Angioletta, che aveva raggiunto Mendoza da qualche giorno, avvertita dell’aggravarsi delle condizioni di P. Gerolamo.
P. Gerolamo era nato a Chiampo, Vicenza, il 19 settembre 1924.
Nel settembre del 1939 entrò in noviziato a Vigone, dove professò per la prima volta il giorno 21 settembre 1940.
Dopo gli studi superiori in parte a Sommariva del Bosco e in parte a Ponte di Piave, fece il suo tirocinio a Thiene dal 1943 al 1946.
Professò in perpetuo a Montecchio Maggiore il 29 settembre 1945.
Fece gli studi di teologia a Viterbo dove venne ordinato il 4 marzo 1950.
Dal 1950 al 1952 fu studente alla Gregoriana dove ottenne la licenza in filosofia.
Dopo un anno a Viterbo (1952-1953), come prefetto dei chierici, fu padre maestro a Ponte di Piave (1953 -54), dove divenne direttore nel sessennio 1954-1960.
Dal 1960 al 1964 fu insegnante di filosofia Viterbo.
Nell’anno 1964 fu eletto superiore della Provincia Brasiliana fino al 1970; nel 1970 fu eletto superiore della Provincia Veneta.
Nel capitolo del 1976 fu eletto superiore generale.
Dopo il capitolo del 1982 p. Gerolamo si recò in Argentina, nella comunità di Villa Nueva de Guaymallén, dove rimase 35 anni, fino alla sua morte.
Nell’opera ebbe l’incarico di vicedirettore ed economo negli anni dal 1982 al 2001, e di vicedirettore nell’anno seguente.
Quindi continuò la sua opera di collaborazione dentro il collegio e nell’apostolato nelle vicinanze di Mendoza.
La vita di P. Gerolamo è una storia semplice e complessa di servizio alla Chiesa, alla Congregazione e ai giovani.
Una vita divisa in modo abbastanza netto in tre stagioni: il suo servizio come insegnante e formatore a Ponte di Piave e a Viterbo dal 1952 al 1964; il suo servizio come superiore della provincia brasiliana, come superiore della provincia veneta e come superiore generale: dal 1964 al 1982; a Guaymallén – Mendoza in Argentina per tutto il resto della sua vita: 35 anni!
Tre stagioni diverse, ognuna con la sua peculiarità e vivendo grandi cambiamenti.
La stagione preconciliare e gli anni del Concilio vissuti come insegnante e formatore, mentre prendevano corpo i fermenti del nuovo nella Chiesa, poi esplosi con il Papato di Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II.
La stagione del primo postconcilio furono per P. Gerolamo gli anni della responsabilità. Anni difficili per la Chiesa e per la Congregazione: di speranza e di inquietudini, di passioni e di tradimenti.
Per quello che conosco e so, a P. Gerolamo toccò il peso della responsabilità negli anni della sua giovinezza e proprio in questi tempi difficili e lui lo portò con fortezza e con grande sacrificio, coniugando con sapienza realismo e visione.
Quando terminò il suo mandato di superiore generale chiese di andare in Argentina, convinto forse di aver dato già il meglio di sé stesso.
Ma aveva solo 58 anni e lì cominciò il terzo tempo della sua vita: dedicato all’apostolato al Centro Gesù Nazareno, in mezzo ai poveri, ai ragazzi bisognosi per i quali era padre, prete, amico, fratello, tutto!
Questi 35 anni sono stati forse la parte più bella e serena della sua vita, quando la Provvidenza gli regalò solo la responsabilità di voler bene e di manifestare a pieno il suo cuore di figlio del Murialdo e la sua passione per la salvezza terrena ed eterna dei giovani e dei poveri.
P. Gerolamo è un esempio indimenticabile di religioso fedele, generoso ed obbediente; di superiore umile e forte in tempi difficili e intelligente nel cogliere i segni del cambiamento dei tempi.
Un esempio in tutto e una vita “parlante” nei suoi ultimi 35 anni dedicati con gioia grande e piena ai giovani poveri.
Chi lo ha conosciuto bene sa della sua sofferenza in certi momenti della sua vita e delle sue responsabilità, ma anche della sua bonarietà e della sua arguzia.
Negli anni della sua vita in Argentina ha voluto vivere con grande umiltà e quasi nel nascondimento, conquistando l’affetto e la venerazione dei suoi confratelli, dei ragazzi, dei giovani, delle persone che lo hanno conosciuto come sacerdote, come confessore e come educatore.
In una lettera del 1988 al suo successore come superiore generale P. Paolo Mietto, manifesta con arguzia il suo stato d’animo: “Non desidero che i miei superiori siano troppo preoccupati per me, non lo sono neppure io di me stesso. Devo dire che da parte mia, qui mi sento benissimo; non mi sento sprecato perché non ho niente di grande da sprecare, anzi se avessi qualche altra dote avrei modi di fare maggior bene qui”.
E, alla fine della sua lunga lettera, aggiunge: “Mamma mia, ho fatto una letterona lunga, lunga… ha qui un po’ di materiale per il mio necrologio, visto che tutti per quel tempo ci convertiamo in “bambini santi” e dai balconi del cielo miriamo i presepi che gli uomini costruiscono sulla terra!”.
Caro P. Gerolamo, ringraziamo il Signore di ciò che sei stato per tutti noi, del bene che ci hai voluto, dei pesi che hai portato per noi, degli esempi che ci hai dato, delle preghiere con le quali “dai balconi del cielo” continuerai ad esserci amico e aiuto.
Grazie P. Gerolamo del tuo affetto. Continua dal cielo a vegliare sulla nostra famiglia religiosa, che hai tanto amato.
don Mario Aldegani
Affido P. Gerolamo al ricordo e alla preghiera di tutti, chiedendo in modo speciale che ogni comunità lo ricordi in una concelebrazione in suo suffragio.
(dalla Liturgia di oggi)
P. GEROLAMO ZANCONATO
E’ TORNATO NELLA CASA DEL PADRE
Cari confratelli,
è arrivata oggi da Mendoza la notizia della morte del P. Gerolamo Zanconato, che fu superiore generale della nostra famiglia religiosa dal 1976 al 1982.
Questo il comunicato immediato, in wharsapp, del P. José Luis Di Paolo, provinciale di Argentina-Cile: “Lamento comunicarte fallecimiento P. Jeronimo Zanconato (paro cardiorespiratorio), a media mañana de hoy. Mañana, 9 horas, misa exequial. Luego sepelio en el Parque Descanso, Guaymallén, Mendoza”.
Da qualche tempo le sue condizioni di salute si erano fatte precarie a causa dell’età avanzata. I confratelli della comunità gli sono stati vicini e lo hanno assistito con tanto affetto e venerazione fino all’ultimo momento della sua vita, al quale era presente anche la sua nipote Angioletta, che aveva raggiunto Mendoza da qualche giorno, avvertita dell’aggravarsi delle condizioni di P. Gerolamo.
P. Gerolamo era nato a Chiampo, Vicenza, il 19 settembre 1924.
Nel settembre del 1939 entrò in noviziato a Vigone, dove professò per la prima volta il giorno 21 settembre 1940.
Dopo gli studi superiori in parte a Sommariva del Bosco e in parte a Ponte di Piave, fece il suo tirocinio a Thiene dal 1943 al 1946.
Professò in perpetuo a Montecchio Maggiore il 29 settembre 1945.
Fece gli studi di teologia a Viterbo dove venne ordinato il 4 marzo 1950.
Dal 1950 al 1952 fu studente alla Gregoriana dove ottenne la licenza in filosofia.
Dopo un anno a Viterbo (1952-1953), come prefetto dei chierici, fu padre maestro a Ponte di Piave (1953 -54), dove divenne direttore nel sessennio 1954-1960.
Dal 1960 al 1964 fu insegnante di filosofia Viterbo.
Nell’anno 1964 fu eletto superiore della Provincia Brasiliana fino al 1970; nel 1970 fu eletto superiore della Provincia Veneta.
Nel capitolo del 1976 fu eletto superiore generale.
Dopo il capitolo del 1982 p. Gerolamo si recò in Argentina, nella comunità di Villa Nueva de Guaymallén, dove rimase 35 anni, fino alla sua morte.
Nell’opera ebbe l’incarico di vicedirettore ed economo negli anni dal 1982 al 2001, e di vicedirettore nell’anno seguente.
Quindi continuò la sua opera di collaborazione dentro il collegio e nell’apostolato nelle vicinanze di Mendoza.
La vita di P. Gerolamo è una storia semplice e complessa di servizio alla Chiesa, alla Congregazione e ai giovani.
Una vita divisa in modo abbastanza netto in tre stagioni: il suo servizio come insegnante e formatore a Ponte di Piave e a Viterbo dal 1952 al 1964; il suo servizio come superiore della provincia brasiliana, come superiore della provincia veneta e come superiore generale: dal 1964 al 1982; a Guaymallén – Mendoza in Argentina per tutto il resto della sua vita: 35 anni!
Tre stagioni diverse, ognuna con la sua peculiarità e vivendo grandi cambiamenti.
La stagione preconciliare e gli anni del Concilio vissuti come insegnante e formatore, mentre prendevano corpo i fermenti del nuovo nella Chiesa, poi esplosi con il Papato di Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II.
La stagione del primo postconcilio furono per P. Gerolamo gli anni della responsabilità. Anni difficili per la Chiesa e per la Congregazione: di speranza e di inquietudini, di passioni e di tradimenti.
Per quello che conosco e so, a P. Gerolamo toccò il peso della responsabilità negli anni della sua giovinezza e proprio in questi tempi difficili e lui lo portò con fortezza e con grande sacrificio, coniugando con sapienza realismo e visione.
Quando terminò il suo mandato di superiore generale chiese di andare in Argentina, convinto forse di aver dato già il meglio di sé stesso.
Ma aveva solo 58 anni e lì cominciò il terzo tempo della sua vita: dedicato all’apostolato al Centro Gesù Nazareno, in mezzo ai poveri, ai ragazzi bisognosi per i quali era padre, prete, amico, fratello, tutto!
Questi 35 anni sono stati forse la parte più bella e serena della sua vita, quando la Provvidenza gli regalò solo la responsabilità di voler bene e di manifestare a pieno il suo cuore di figlio del Murialdo e la sua passione per la salvezza terrena ed eterna dei giovani e dei poveri.
P. Gerolamo è un esempio indimenticabile di religioso fedele, generoso ed obbediente; di superiore umile e forte in tempi difficili e intelligente nel cogliere i segni del cambiamento dei tempi.
Un esempio in tutto e una vita “parlante” nei suoi ultimi 35 anni dedicati con gioia grande e piena ai giovani poveri.
Chi lo ha conosciuto bene sa della sua sofferenza in certi momenti della sua vita e delle sue responsabilità, ma anche della sua bonarietà e della sua arguzia.
Negli anni della sua vita in Argentina ha voluto vivere con grande umiltà e quasi nel nascondimento, conquistando l’affetto e la venerazione dei suoi confratelli, dei ragazzi, dei giovani, delle persone che lo hanno conosciuto come sacerdote, come confessore e come educatore.
In una lettera del 1988 al suo successore come superiore generale P. Paolo Mietto, manifesta con arguzia il suo stato d’animo: “Non desidero che i miei superiori siano troppo preoccupati per me, non lo sono neppure io di me stesso. Devo dire che da parte mia, qui mi sento benissimo; non mi sento sprecato perché non ho niente di grande da sprecare, anzi se avessi qualche altra dote avrei modi di fare maggior bene qui”.
E, alla fine della sua lunga lettera, aggiunge: “Mamma mia, ho fatto una letterona lunga, lunga… ha qui un po’ di materiale per il mio necrologio, visto che tutti per quel tempo ci convertiamo in “bambini santi” e dai balconi del cielo miriamo i presepi che gli uomini costruiscono sulla terra!”.
Caro P. Gerolamo, ringraziamo il Signore di ciò che sei stato per tutti noi, del bene che ci hai voluto, dei pesi che hai portato per noi, degli esempi che ci hai dato, delle preghiere con le quali “dai balconi del cielo” continuerai ad esserci amico e aiuto.
Grazie P. Gerolamo del tuo affetto. Continua dal cielo a vegliare sulla nostra famiglia religiosa, che hai tanto amato.
don Mario Aldegani
Affido P. Gerolamo al ricordo e alla preghiera di tutti, chiedendo in modo speciale che ogni comunità lo ricordi in una concelebrazione in suo suffragio.