Cailotto

21 Novembre 2024 / 10 Aprile 2024

P. PIETRO CAILOTTO Giuseppino del Murialdo * Fongara (VI), 03 febbraio 1936 † Conegliano (TV), 10 aprile 2022 coinvolgere ragazzi e adulti “pagati” con un ghiacciolo. Non ha mai dimostrato senso di protagonismo, non era un uomo da “fasso tutto mi!”, anzi la sua capacità era quella di coinvolgere passando lui in secondo piano. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene, può tranquillamente testimoniare quanto tenesse ai rapporti personali, vissuti in modo non superficiale e con una carica umana che li ha fatti durare nel tempo, nonostante le distanze. Anche con i ragazzi e con i nostri figli sapeva ascoltare senza invadenza, aiutandoli a trovare da soli la risposta. Ci mancherà ma custodiamo nel cuore il suo valore e tutto quello che abbiamo vissuto insieme. È stato un giuseppino attento, attento alle persone, a curare i rapporti personali, ad ascoltare…, ma attento anche alle cose, attento all’essenziale, capace di fare quei servizi umili e talvolta nascosti che ti facevano trovare a posto ciò che a posto non era più… Nello stile del fare e tacere tipico di noi giuseppini, chiamati a fare ma con quell’umiltà che ti porta a non mostrare le cose fatte o il bene seminato. Lo affidiamo alle mani buone di Maria, Donna del sì, che d. Piero ha invocato più volte al giorno con il Rosario e lo affidiamo anche ai nostri santi: Giuseppe e Leonardo Murialdo e Giovanni Schiavo perché lo accompagnino a godere della vita piena ed eterna con Dio I funerali si sono svolti mercoledì 13 aprile 2022, nella nostra parrocchia dei Santi Martino e Rosa a Conegliano, con una buona partecipazione di confratelli e di fedeli. E poi stato sepolto a Thiene, nella cappella della congregazione, accolto e salutato anche lì da una buona presenza di amici, scout e di Engim, con cui d. Piero ha fatto un tratto di strada della sua vita. p. Antonio Fabris Padre Provinciale Domenica 10 Aprile, primo giorno della settimana santa e Domenica delle Palme, alle ore 10, il Signore ha chiamato a sé d. Piero Cailotto. Da alcuni mesi era ricoverato presso la casa di cura Madonna di Lourdes, a Conegliano, dove poi è mancato, a motivo di una situazione fisica precaria, accentuata poi da una caduta che gli aveva procurato una frattura al femore, con conseguente operazione, periodo di riposo e convalescenza. E stato per tanti di noi, una presenza amica, attenta, che ha saputo mettersi a servizio nelle cose quotidiane, col suo stile talvolta un po’ brontolone, ma in fondo anche con quel sorriso che sapeva ricucire ogni situazione. D. Piero era nato a Fongara, vicino a Recoaro Terme, il 3 febbraio del 1936. Aveva conosciuto Giuseppini a Montecchio Maggiore. Dopo l’anno di postulato ad Arcugnano e il noviziato a Vigone tra il 1954 e il 1955, trascorre gli studi a Ponte di Piave e gli anni di tirocinio a Modena tra il 1958 e il 1961, anno in cui passa a Viterbo per gli studi di teologia. Qui farà la sua professione perpetua e diventa sacerdote il 25 giugno del 1966. I suoi primi anni di sacerdozio li spende ancora a Modena, come assistente ed insegnante di religione, dove rimane fino al 1972. Da lì viene trasferito a Oderzo dove rimane fino al 1978, per passare poi a Mirano come insegnante e direttore del centro di formazione professionale fino al 1984. Da qui passa a Thiene prima come insegnante e poi come direttore del cfp, e assistente del gruppo Agesci. A Thiene rimane fino al 1999, anno in cui viene trasferito a Cesena, come direttore dell’opera e anche lì del centro di formazione professionale, fino al 2008. Per alcuni anni viene poi trasferito presso la parrocchia di Padova e poi dal 2014 qui a Conegliano. E oltre a questi passaggi nelle varie opere giuseppine va ricordato come per varie estati si è reso disponibile ad accompagnare tanti ragazzi con la Gest in Inghilterra a vivere dei periodi di vacanza studio. Come avete colto molto tempo della sua vita è trascorsa nel mondo della scuola e della formazione professionale, a contatto diretto con i ragazzi ai quali non ha mai fatto mancare la sua presenza amichevole, ma anche ferma e decisa quando occorreva. E questa sua presenza nel mondo della scuola professionale gli ha dato modo di esplicitare il suo senso pratico…. Un confratello con cui ha trascorso vari anni a Thiene lo ricorda così: ‘Non si può pensare a don Piero senza vederlo in azione, senz’altro un’attitudine di famiglia e tipica degli stili di vita del suo paese di origine, Fongara, sulle montagne che dominano Recoaro. Nei sedici anni trascorsi a Thiene, il suo impegno come direttore del Centro di formazione professionale e come assistente ecclesiastico del gruppo scout Thiene 1 trovava, in questi ambiti, spunti quotidiani proprio affini al suo carattere per mettersi a servizio in modo coinvolgente: una vera ventata che eri invitato ad assecondare con mente e mani che operavano in consonanza. E in questo non mancava mai la parola che spronava, sollecitava, rimbrottava con la battuta scherzosa che ti faceva entrare nel gioco. Sentivi che lì ci metteva il cuore e l’attività diventava momento di relazione e di incontro mentre le cose venivano fatte di slancio, ma sempre guidate dalla sapienza dell’abilità pratica. Poi c’era il gusto di ritrovarsi a festeggiare nel momento conviviale dove non mancava la discussione appassionata, ma sempre sostenuta dal sapore di un’amicizia che davvero riscaldava i cuori. Questo era anche il timbro della sua vita spirituale lontana da complicazioni intellettuali e ancorata alla parola viva del Signore e alla sana tradizione della regola dei Giuseppini’. Anche una mamma, capo scout, lo ricorda così: A prima vista Don Piero sembrava una persona malinconica e schiva, chiusa dentro problemi tutti suoi: in realtà, per quanto ci è stato possibile fare strada con lui, si è rivelato una persona aperta, schietta, ironica, affabile e con una grande senso del rispetto dell’amicizia. Di primo acchito colpiva il suo senso pratico, la sua operosità, tanto che lo si vedeva sempre in prima linea quando si trattava di preparare i campi E/G - e allora lo vedevi con la cassetta degli attrezzi, le canne e le vasche dell’acqua andare avanti e indietro per il campo alla ricerca del posto più consono, accompagnato quando possibile dal suo sigaro preferito - o quando si trattava di allestire i tendoni in Patronato per il periodo estivo; e allora lo si vedeva.